Tratto da un articolo di Giovanni Battista Tomassini uscito su La Repubblica dei cavalli.
Agli inizi del Novecento, un ufficiale di cavalleria francese, ormai in pensione, il generale Gabriel-René Mennessier de La Lance, consultò instancabilmente le biblioteche di Francia con un obiettivo titanico: censire tutto quello che sino a quell’epoca era stato scritto sul cavallo, sul suo allevamento, sull’addestramento, sulle sue malattie e sulle cure. Questo lavoro minuzioso, in un’epoca in cui non esistevano ancora la rete internet, i computer e anche il telefono era ancora assai poco diffuso, lo impegnò per vent’anni. Il risultato fu un’opera monumentale, sobriamente intitolata Saggio di bibliografia ippica (Essai de Bibliographie Hippique), pubblicata in tre volumi tra il 1915 e il 1921. Vi sono catalogati oltre 8.000 titoli, in francese e in altre lingue, accompagnati dalle biografie degli autori, oltre a commenti e sintesi dei contenuti. Tuttora, rappresenta un testo di riferimento per tutti coloro che studiano la cultura equestre.
È quindi a partire dai dati raccolti in quest’opera fondamentale che nel 2016 è stato avviato il progetto di una Biblioteca Mondiale del Cavallo, sfruttando gli strumenti informatici messi a punto dal Polo della Ricerca nelle Scienze Umane (MRSH), dell’Università di Caen. “Può sembrare una definizione presuntuosa - ammette il direttore del MRSH, Pascal Buléon - ma l’obiettivo è raccogliere progressivamente e mettere a disposizione in rete tutto ciò che è stato scritto e pubblicato su una materia tanto affascinante e così strettamente intrecciata alla storia della nostra civiltà”.
La Biblioteca si presenta come un portale web in tre lingue: francese, inglese e spagnolo. Contiene articoli su vari argomenti legati alla cultura equestre, ma il suo cuore è un potente motore di ricerca che consente di individuare le informazioni contenute nella grande banca dati della Biblioteca. Si possono eseguire ricerche per autore, per parole chiave, per editore, anche limitandole a uno specifico periodo storico.
Per chi ha la passione del cavallo è come entrare a Disneyland. Millenni di convivenza tra l’uomo e il cavallo, hanno sedimentato, da Senofonte a oggi, un enorme patrimonio culturale, che diviene così accessibile con pochi click. Non c’è bisogno d’essere degli esperti. Con un po’ di pratica si possono sfogliare libri in tutte le lingue, spesso arricchiti da splendide illustrazioni.
L’articolo su La Repubblica si chiude con un’importante anticipazione per gli appassionati italiani: La Biblioteca promuove, inoltre, incontri periodici su tematiche inerenti alla cultura equestre. Il primo, nel dicembre del 2019, è stato dedicato all’opera di Senofonte e si è tenuto a Parigi, presso la sede di Hermes. Dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia, lo scorso 2 dicembre, nella sede dell’MRSH, Frédéric Magnin ha presentato il suo bel libro dedicato al trattato, sinora inedito e sconosciuto, del Signore di Lugny, un cavaliere francese, vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento. “Il prossimo colloquio – ci confida Xavier Libbrecht – vorremmo dedicarlo all’arte equestre italiana del Rinascimento”. Di questo, però, riparleremo a tempo debito…
Fonte: La Repubblica dei cavalli